Perchè visitarlo:
Palazzo Nicolaci dei Principi di Villadorata è un simbolo che oggi, riportato
agli antichi splendori, dà la dimensione della ricchezza artistica e
dell’opulenza del centro netino, in un periodo ormai passato.
Residenza nobiliare urbana della famiglia Nicolaci, in pieno stile barocco,
questo edificio progettato da Rosario Gagliardi conta ben 90 ambienti.
Il Palazzo, quale appare oggi ai nostri occhi, fu voluto e iniziato da Giacomo
Nicolaci, uomo di grande intelletto e cultura, amante dell'arte e del "bello".
I balconi pare riprendano quelli del Palazzo del Barone di Trezzano a Noto
antica. Fra i mensoloni che li reggono, la figura chiave è quella al centro
del terzo balcone da sinistra, l’uomo con il flauto, che incarna una frase del
testamento di Giacomo: “Nulla giova all’anima esser dotto, se nello stesso
tempo non è Santo”.
L’ala principale di Palazzo Nicolaci è stata acquistata dal Comune di Noto nel
1983 ed è stato completamente recuperato grazie ad una serie di restauri
operati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, sotto la guida
dell’architetto Giovanna Susan.
L'esterno
La facciata è caratterizzata da un ampio portale fiancheggiato da due grandi colonne ioniche e sormontato da una
balconata in pieno stile barocco.
Ai lati troviamo una sequenza di balconi delle inferriate in ferro ricurvo, sorretti da mensoloni in pietra scolpita
con le sembianze di figure grottesche quali sirene, leoni, sfingi, ippogrifi, cavalli alati e angeli.
I balconi pare riprendano quelli del Palazzo del Barone di Trezzano a Noto antica.
Fra i mensoloni che li reggono, la figura chiave è quella al centro del terzo balcone da sinistra, l’uomo con il
flauto, che incarna una frase del testamento di Giacomo: “Nulla giova all’anima esser dotto, se nello stesso tempo
non è Santo”.
La costruzione si articola su quattro piani: il pianterreno, il piano “dammusato”, era destinato alle scuderie ed ai
magazzini per le scorte di generi alimentari; il primo piano detto “mediastino”, era l’abitazione del barone
Giacomo; il piano superiore era adibito a residenza nobile dei familiari; l’ultimo piano, il sottotetto, era
destinato alla servitù.
L'interno
DA NON PERDERE: visita del Piano Nobile e i suoi ambienti
L’elegante scala ottocentesca di stile Neoclassico, con stucchi che simulano il marmo, vi condurrà al piano nobile.
Un corridoio vi porterà alla prima sala, la “Sala del Tè”, decorata con motivi orientali e dove noterete due
intriganti figure cinesi.
Si passa quindi al Salone delle Feste, con decorazioni “Trompe I’oeil” che simula una balaustra sovrastata da
colonne laterali sulle pareti. Al centro del soffitto troviamo invece l’allegoria del Carro di Apollo che insegue
l’Aurora, una copia dell’originale di Guido Reni.
Dal salone delle feste si passa ad una successione di saloni finemente arredati con mobili ottocenteschi provenienti
da varie parti d’Europa. Non sono purtroppo i mobili “originali” usati dalla famiglia Nicolaci, ma la scelta degli
arredi di ogni ambiente suggerisce le attività e le atmosfere che animavano questi ambienti fino agli ultimi anni
del Novecento.
Un’ala del Palazzo Nicolaci accoglie oggi la Biblioteca Comunale, fondata nel 1817, ricca di migliaia di volumi e
manoscritti latini e spagnoli a cui va aggiunta una galleria di ritratti degli uomini illustri di Noto, dono del
barone Astuto.
Per raggiungere la fontana, dal mercato occorre
ritornare verso il tempio di Apollo ed imboccare l'adiacente corso Matteotti ,
strada in salita ricca di negozi; la fontana è proprio alla fine del corso, su
piazza Archimede.